DALLA SOLARE POLIGNANO ALLA SPLENDIDA ALBEROBELLO, UN VIAGGIO IN TERRA DI BARI di Giovanna De Giglio
Scogliere a picco sul mare, acqua cristallina, onde ruggenti. Un passaggio di altri tempi e di altri luoghi. Se non ci fossero le cale sabbiose di Capitolo penseremmo di essere altrove, magari in Liguria o in un altro angolo del mondo. E invece siamo a Polignano a Mare, in provincia di Bari, a trenta chilometri dal capoluogo pugliese (ci si arriva percorrendo la statale 16 che collega Bari con Brindisi). E’ da questa cittadina solare che parte il nostro itinerario per chi , o con il sacco a pelo , o con il sacco a pelo o diretto verso masserie agrituristiche (questa parte della Puglia ne e’ ricchissima) vuole scoprire l’altra parte dell”Apulia”.
I giovani a Polignano accorrono a frotte per assaggiare il gelato del “mago” o il caffè speciale, una sorta di “irish coffee” da gusto piu’ mediterraneo. E poi via verso altri lidi, non prima di aver assaporato una cena a base di trenette ai frutti di mare . Pochi chilometri e siamo a Monopoli , ridente cittadina marittima, circondata da un’alta muraglia, testimonianza della dominazione spagnola. Dalla “villa” comunale ci si inoltra , attraverso stretti vicoli nel centro storico. Qui è tutto un pullulare di chiesette , tra cui spicca la cattedrale del XII secolo, restaurata nel Settecento e Santa Maria Amalfitana, una piccola chiesa romanica a tre navate. La bellezza di Monopoli sta nella varietà paesaggistica delle contrade – se ne contano più di cinquanta tra Cristo Re, Assunta, Correggia – immerse nelle campagne tra uliveti e vigneti, dove ci sono anche costruzioni a trullo. A pochi chilometri da queste zone verdi, il mare. Val la pena di visitare Capitolo, una zona costiera , ricca di spiagge e di sabbia e di scogliere a picco su un mare limpido.
L’offerta è variegata : da alberghi e residence per i più esigenti a campeggi e masserie agrituristiche più a portata di tutte le tasche. Ma l’estate non è solo mare , sono sempre più numerosi gli amanti della tranquillità e gli appassionati di tradizioni , sagre e posti caratteristici. Per questa fetta di turisti la Murgia meridionale riserva posti da favola.
Da Monopoli, prendendo il bivio per Alberobello siamo in piena Murgia, dove “paesi in calce”, arroccati sul suolo calcareo ricordano i paesaggi greci, mediterranei ricchi di uliveti, macchie di carrubi, o lecci e di candore inimmaginabile.
Punto di partenza per questo viaggio nei misteri della civiltà contadina è Alberobello, a 416 metri di altezza, conta una popolazione di oltre diecimila abitanti. La sua fama la deve al trullo (ce ne sono oltre un migliaio), dal greco “tholos” la caratteristica costruzione in pietra conica che si restringe fino a formare una cupola pittosto aguzza che termina in un pinnacolo bianco, chiamato trullo. L’origine dei trulli si perde nella notte dei tempi. Anticamente gia’ nelle Cicladi e nell’isola di Creta esistevano cripte coniche, così nell’Argolide c’erano case di pietra a forma di cono.
I trulli pugliesi sono fatti di materiale calcareo. Una serie di lastre di color grigio (le cosiddette “chiancarelle”) sono disposte su una base quadrangolare, senza malta, una sull’altra in modo alternato e con pendenza verso l’esterno, fino a formare un cono sulla cui punta sono dipinti simboli cristiani o pagani di significato allegorico o propiziatorio orientati in direzione del sole , una delle prime divinità pagane della storia. L’interno di un trullo narra la storia della civiltà contadina pugliese.
Appena si entra una cassapanca in legno intarsiato contiene il corredo della futura sposa tramandato da madre in figlia. E poi il telaio, la mensola, il camino con i prodotti tipici pugliesi: pomodori rossi, cipolla, salumi e aglio e immancabile il “treppiedi” su cui si appoggiano grossi pentoloni in rame. Su un antico comodino le foto dei santi Cosimo e Damiano. La loro presenza è d’uopo: sono i protettori di Alberobello.
Tappa obbligata per il turista è il “Trullo Sovano” – dichiarato nel 1930 monumento nazionale – consta di dodici trulli ed ha più di duecento anni. Da non dimenticare il trullo siamese, nel rione monti, un antico trullo doppio senza finestra; della “Cantina del Mylord” la costruzione più grande (sei metri per sei) : e della “Corte Matarrese”, un trullo enorme con tante stanze e locali.
La visita ad Alberobello continua tra i vicoli stretti non battuti dal turista tradizionale, dove tra un assaggio di vini , liquori e paste di mandorle locali, si possono ammirare le botteghe artigiane di scialli e pizzi ricamati a mano e i caratteristici ricordini scolpiti su pietra. E per gli amanti delle passeggiate c’è “Bosco Selva”, attrezzato con bar e campo da tennis, è il luogo ideale per fare una scampagnata ma anche del campeggio.